Un sogno da bambino

– Da sempre ho sognato di sorvolare a volo d’uccello le vette delle montagne. Per uno nato e cresciuto tra i monti è forse il sogno più bello. Oggi vi racconterò come questo sogno si è potuto avverare grazie ai droni.

Per prima cosa, bisogna trovare il luogo giusto, con dei rilievi che possano avere una buona resa cinematografica. In Trentino, le vette e i panorami mozzafiato non mancano, ma non mancano neanche i parchi, le riserve naturali e le elisuperfici. Quindi, è importante scegliere bene il luogo in modo da evitare di volare in zone vietate.

Una volta individuata la location ideale, viene da sé che bisogna avere l’attrezzatura giusta. Normalmente, queste attività necessitano di un sistema FPV, ma quando 5 anni fa decisi di provare, avevo a disposizione solo un Phantom 3 Pro. Quindi, scelsi di accontentarmi percorrendo un tratto molto breve in modo da poter volare a vista (anche perché 5 anni fa l’FPV outdoor non era una pratica legale).

Considerato che la zona individuata si trovava a circa 2000 m di altitudine con un percorso di avvicinamento a piedi di circa 4 ore, spostai più volte la data dell’uscita a causa del meteo incerto.

Dopo qualche settimana, il giorno giusto arrivò! Una volta lasciata l’auto al parcheggio, iniziai il lungo percorso di avvicinamento con uno zaino decisamente pesante al seguito, in cui avevo stipato il drone con tutti gli accessori necessari, il mio pranzo e alcuni indumenti pesanti.

Mentre camminavo, mi sembrava già di assaporare il momento del volo e immaginavo il video che avrei potuto realizzare. In circa 4 ore, arrivai stremato ma eccitatissimo sul posto. Dopo qualche minuto per riprendere fiato, iniziai a osservare attentamente la zona, sperando che la memoria non mi avesse tradito. Avevo infatti scelto il luogo facendo riferimento al ricordo di un’uscita con amici fatta circa 10 anni prima e qualche foto scattata di quei momenti passati in vetta. Fortunatamente, lo scenario che avevo davanti agli occhi era ancora meglio del ricordo che avevo. Mi godetti così per qualche istante ancora quel meraviglioso panorama prima di iniziare a preparare l’attrezzatura.

Una volta montato il drone e svolta la mia solita check list, ero finalmente pronto a decollare. Ma proprio in quel momento, quella che fino a poco prima percepivo come una piacevole brezza, ora pareva aver aumentato di intensità tanto da indurmi a spegnere il drone e verificare meglio la situazione. Non avevo ancora acquistato l’anemometro che normalmente porto sempre con me quando devo svolgere delle operazioni e quindi, per valutare l’intensità del vento, mi dovetti fidare di un pezzo di nastro attaccato a un bastone e del mio istinto. “Tutto sommato, può andare”, mi dissi. Dopo i giorni passati a cercare la giornata giusta e l’estenuante camminata per arrivare fino a lì, probabilmente avrei detto la stessa frase anche con una tempesta! Tanto fu che riscensi il drone e senza altri tentennamenti lo alzai in volo per capire come si comportasse.

Effettivamente, sembrava reggere bene quel vento e così diressi la prua verso la tanto agognata destinazione. Il vento contrario rallentava il drone, ma soprattutto lo costringeva ad inclinarsi molto in avanti. Purtroppo, il Phantom 3 aveva però un problema di progettazione che faceva entrare nella visuale della camera le eliche quando il drone si inclinava troppo in avanti. L’andata quindi, dovetti farla molto lentamente, mentre avanzavo ricordo che cercai di risolvere il problema. Volevo infatti una velocità di percorrenza maggiore, così pensai di tornare più velocemente e poi di rovesciare il video in post produzione, sperando ovviamente di non avere nella ripresa oggetti in movimento come uccelli, persone, ecc.

Il ritorno, sfruttando il vento a favore, avvenne con una velocità decisamente maggiore e soprattutto senza eliche nell’inquadratura. Ricordo che ripeti tre volte il tratto, sostituendo ogni volta la batteria per sicurezza, e mi riguardai più volte sul tablet la registrazione per avere la certezza di portarmi a casa la ripresa tanto desiderata.

Una volta riposto il drone nello zaino e aver mangiato un panino, mi avviai verso valle continuando a pensare al momento in cui avrei potuto godere le immagini a pieno schermo una volta arrivato in studio.

Ancora oggi, guardando quelle immagini, rivivo il mio sogno da bambino.

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