Quando si dice: “perdere la bussola”

– Non dovrebbe succedere, ma può capitare che, per un momento di distrazione o per condizioni di visibilità sfavorevoli, mentre stiamo volando con il nostro drone, lo perdiamo di vista.

Mi è capitato un paio di anni fa con un Mavic Mini 2 durante una sessione di prova. Non avendo mai volato con droni di così piccole dimensioni e dal rumore così contenuto, è stato un attimo perderlo di vista e non riuscire più a vederlo, complice anche uno sfondo boschivo che non ne facilitava l’individuazione.

Inizialmente non mi sono preoccupato molto, convinto che da lì a poco lo sarei riuscito a vedere, ma niente, il drone sembrava scomparso nel nulla. L’applicazione dava una distanza dal punto di decollo di 60 metri, ma niente, nessun rumore e nessuna traccia del drone.

Prima di usare la soluzione estrema e far intervenire il ritorno automatico, ho provato a verificare se dalle immagini della camera riuscivo a individuare la mia posizione per farlo avvicinare. Nonostante fossi ad un’altezza di 50 metri dal suolo, la zona boschiva, apparentemente omogenea e priva di riferimenti, non mi consentiva di trovare dei punti di orientamento certi.

La mia ritrosia a far intervenire il sistema di rientro automatico era data dagli ostacoli presenti e, ahimè, dall’aver impostato 40 metri come altezza per il rientro, cosa che avrebbe potuto far accidentalmente finire il drone in un albero. Questo modello di drone infatti non è dotato di sensori anticollisione ed ovviamente la mia preoccupazione fu subito proprio quella che, seguendo la rotta più breve per rientrare, potesse accidentalmente finire contro un albero e magari, con un po’ di “fortuna”, terminare la sua corsa nel ruscello sottostante. Deve infatti esserci un corollario non ancora scoperto della nota legge di Murphy, per cui se un drone precipita tenderà tendenzialmente a finire nell’acqua, se presente, o comunque in un posto difficilmente accessibile, sempre meglio che sulle persone comunque…

Riflettei un attimo ancora e osservai meglio la zona in cui mi trovavo in cerca di punti di riferimento individuabili dal drone. L’unica cosa che differenziava il luogo in cui mi trovavo dal resto era il sentiero che avevo utilizzato per arrivarci e una piccola radura con fiori viola da dove ero decollato. Ma le radure con i fiori viola non erano certo un’eccezione in quella zona pianeggiante.

A quel punto mi venne in mente che dall’applicazione DJI si poteva vedere anche la mappa con il punto di decollo. Con un occhio sulla mappa (che nel mio caso era presente nel riquadro in basso a sinistra dello schermo) e uno sulla vista della telecamera, girai il drone in direzione della zona di decollo e lo feci avanzare lentamente. Questo movimento fu sufficiente, una volta rialzato lo sguardo al cielo, per individuare il fuggitivo e riportarlo a casa con un bel sospiro di sollievo.

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